Volontariato

Il mio sogno d’amore? Un’ora con Cosimo

Istituire l’organismo del Difensore civico delle persone private della libertà personale

di Redazione

Gentile signora Giudici, sicuramente non avrà dimenticato la storia del mio fidanzato, Cosimo Quaranta, detenuto nel carcere di Badu ?e Carros. Grazie alla solerzia e alla generosità del suo giornale, presto Cosimo potrà ottenere la semilibertà e andare a lavorare presso l?associazione Ctm-Movimondo, a Lecce. Il suo presidente, Vinicio Russo, si è dimostrato straordinariamente disponibile nei nostri confronti. Ma anche la nostra storia, mia e di Cosimo, ha forse qualcosa di straordinario, o inaudito, per chi invece nutre pregiudizi verso i detenuti. Ma per noi è stato un punto di partenza, di forza e di ripresa. Entrambi abbiamo iniziato a sperare di avere un futuro, proprio quando ormai ci sembrava di essere stati risucchiati dal destino. Innanzitutto perché, a causa di un handicap, io sono costretta a vivere su una sedia a rotelle, e poi perché lui è un detenuto e quando ci siamo incontrati era ormai stanco e deluso dalla vita, per lui troppo dura e amara. Mi perdoni se abuso sfacciatamente della sua disponibilità, ma mi trovo ancora una volta (sic!) di fronte al bisogno di essere informata e guidata. Il fatto è che fra me e Cosimo c?è un solo filo sottile che ci lega l?uno all?altra: una fittissima corrispondenza epistolare! Sentiamo il bisogno di vederci, poterci sentire ogni tanto per telefono, ma ciò non ci è permesso. Quindi le chiedo di indicarmi come superare questa situazione. Vorrei poter parlare con lui, per telefono, e sapere se potrà ottenere dei permessi e venirmi a trovare, a Verona. Purtroppo non siamo mai stati conviventi nè sposati, requisito necessario per usufruire dei benefici di legge. Ora che la felicità è a portata di mano, sembra sfuggirci di nuovo.Cosa possiamo fare? La ringrazio con tutto il cuore per quanto ha fatto e le auguro ogni bene. lettera firmata Mi fa piacere scoprire che la sua storia è quasi a lieto fine. Purtroppo, non ho molti elementi per risponderle. Non so per qual tipo di reato sia stato condannato Cosimo Quaranta né a quale regime di detenzione sia stato sottoposto. Sfortunatamente l?ordinamento penitenziario in Italia viene applicato con molta discrezionalità da parte dei giudici e perciò spesso i detenuti chiedono di essere trasferiti in qualche regione solo in base alla ?disponibilità? di questo o quel magistrato di sorveglianza. In ogni caso se la semilibertà è stata già approvata, questo significa che Cosimo è stato giudicato affidabile o quantomeno il giudice ha ritenuto il suo fidanzato un soggetto maturo per potere essere reinserito nella società. Forse è presto per chiedere dei permessi premio per andare a Verona, ma se lui si comporterà in modo idoneo (almeno secondo i giudici), prima o poi li otterrà. Rispetto alle telefonate e ai colloqui, tutto dipende dal magistrato di sorveglianza, quindi le suggerisco di inviare una lettera al giudice che segue Cosimo e spiegargli la vostra situazione. Per i lettori voglio ricordare che, in seguito al suo appello, Vita ha cercato di trovare un lavoro a Cosimo Quaranta, perché aveva già scontato un terzo della pena ed era entrato nei termini per ottenere la semilibertà, ma gli mancava un lavoro. Così è arrivata l?offerta da parte dell?associazione Movimondo di Lecce, già molto attiva sul fronte dell?accoglienza agli immigrati, e siamo riusciti a sottrarre Cosimo alle fauci del nefasto carcere sardo. Le faccio tanti auguri. In occasione del cinquantesimo anniversario dei diritti dell?uomo, (giovedì 10 dicembre) Antigone, associazione per i diritti e le garanzie del sistema penale ha lanciato un appello per istituire l?organismo del Difensore civico delle persone private della libertà personale. Si tratta di un istituto radicalmente innovativo che assorbirebbe parte dei compiti attualmente assegnati alla magistratura di sorveglianza e avrebbe il compito anche di denunciare le violazioni dei diritti delle persone detenute. L?organismo del Difensore civico dei detenuti verrà eletto dal Parlamento e opererà all?interno degli istituti di pena, le camere di sicurezza delle stazioni di carabinieri e polizia e i centri di permanenza temporanea per immigrati clandestini. Entro il 30 aprile di ogni anno presenterà alle Camere una relazione sulla propria attività che verrà inviata al Comitato europeo per la prevenzione della tortura, Cpt. Attualmente in Austria, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Olanda, Portogallo e Ungheria sono state avviate esperienze di difesa extragiudiziale dei detenuti. E in Italia, fino quando dovremo aspettare? Per informazioni rivolgersi ad Antigone, 06/67062737 o a Stefano Anastasia 0368/3939711


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